Passo dopo passo ai vini migliori
La famiglia Radovan
La nostra storia ebbe inizio nel 1994, con un ettaro e mezzo di vigneti di famiglia soprattutto vecchi vitigni di malvasia intorno al nostro villaggio di Radovani. Ma poi, dopo un paio di anni, abbiamo voluto crescere e rinnovarci così abbiamo piantato dei nuovi vitigni anche di altre varietà. Non solo in campagna, anche in cantina abbiamo dovuto modernizzare in quanto avevamo dei vecchi barili in legno non più adatti alla produzione dei vini che oggi il mercato richiede, così abbiamo comprato delle nuove botti, sia in legno che in acciaio inox. All’inizio il vino lo vendevamo sfuso e il primo imbottigliamento è stato con la malvasia annata 1998. Per controllare la fermentazione utilizzavamo il raffreddamento grazie ad un dispositivo che raffredda la birra, pura improvvisazione, ma quella malvasia più forte della poca tecnologia vinse la medaglia d’oro alla manifestazione “Vinistra”, prima ma non ultima dei molti riconoscimenti che la nostra azienda ha ricevuto.
Con queste poche frasi Franko Radovan dal villaggio di Radovani nel visignanese descriverà gli inizi del graduale successo vitivinicolo. Oggi sono tanti gli amanti di vino che bussano alla porta della cantina di famiglia a Radovani, al fine di assaporare le gocce di Bacco lì dove le stesse sono nate e portano la firma di Radovan.
Radovani è un borgo con vecchie case padronali tipiche, alte mura di cinta in pietra e imponenti cancelli in ferro battuto che una volta proteggevano da ladri di bestiame. Si trova su una pendice rivolta delicatamente verso il mare e il sud-ovest, sulla terra rossa istriana, circondato da vigneti ordinati, campi arati, querceti … nei prati circostanti crescono erbe selvatiche e nel cespuglio spinato l’asparago, prelibatezza istriana.
Radovan
Quattro generazioni
Le radici dei Radovan in questa regione risalgono ai tempi dei Veneziani, quando la Serenissima popolava l’Istria abbandonata con i suoi sudditi provenienti dalla costa adriatica del sud-est e dal suo entroterra, dalla Dalmazia, dalla Bosnia, dalla Baia di Kotor … Per i Radovan dicono che sono morlacchi, ma ciò succedeva molto tempo fa. Probabilmente, anche all’epoca la famiglia, come oggi, si occupava di agricoltura, ed è forse da lì che proviene il gene del “vino”.
Quattro sono le generazioni della nostra famiglia che da quanto ne sappiamo possedevano qui un’azienda agricola, coltivavano i terreni ed allevavano il bestiame. Ma la loro vocazione è stata sempre la vite , capendo fin da subito il grandissimo potenziale di questo territorio. Durante il governo italiano tra le due guerre mondiali, in questa casa venivano prodotti persino 400 ettolitri di vino all’anno. Sulle dimensioni della cantina di allora ci dice molto la volta murata attraverso cui i buoi trascinavano i carri pieni di uva, racconta Franko del passato vitivinicolo della propria famiglia.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la riforma agraria e tutto ciò che è accaduto con il villaggio istriano in generale, i vigneti e la produzione diminuirono anche nella famiglia Radovan. Si susseguirono decenni di stagnazione del settore vitivinicolo privato. Un cambiamento in Istria lo portarono gli anni Novanta del secolo scorso e le generazioni di giovani viticoltori ambiziosi con tecnologie moderne e nuovi orizzonti. Franko Radovan assieme alla moglie Danijela decisero di intraprendere questa strada.
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Affari di famiglia
Ho frequentato la scuola superiore con indirizzo agrario a Parenzo perché mi è sempre piaciuto occuparmi di agricoltura, dopo tutto, sono qui da sempre, su questa mia terra … tra le mie vigne. Ho scelto la viticoltura perché è qualcosa di speciale, una sfida e una soddisfazione , dove posso creare, fare qualcosa di nuovo, di meglio, ogni anno, mi lega alla terra e ai miei ricordi. Tra i quali mio padre Angelo, che, come la maggior parte degli anziani, in un primo momento era un po’ titubante, ma poi con il sostegno e l’entusiasmo della famiglia, di mia moglie Daniela e della mamma Pina, che lavora ancora nella nostra azienda di famiglia, non sono mancate, alla fine soddisfazioni anche per mio padre
Il lavoro di famiglia continua anche con la generazione più giovane. Il figlio Antonio lavora già in azienda, seguendo le orme degli avi legate alla vitivinicoltura. La figlia Anna, pur studiando all’estero, non manca mai per dare un aiuto. Tutti sono inclusi nel lavoro, l’unica ad essere “risparmiata” è la regina del cortile, il nostro cane golden retriever Bella, sempre pronta per le coccole.
Passo dopo passo negli ultimi vent’anni l’azienda agricola della famiglia Radovan è cresciuta fino a possedere nove ettari di vigneti e ad averne alcuni in locazione.
Radovan
Sei varietà di vino
Presentano sei varietà, la principale è la malvasia, poi chardonnay, sauvignon blanc per i bianchi, il cabernet sauvignon, merlot, refosco per i rossi . Oltre ai vini giovani, producono anche quelli barricati, invecchiati in botti di legno, di rovere francese.
All’anno l’azienda produce circa 45.000 bottiglie. Mantenendo la tradizione delle origini il vino viene venduto anche sfuso ai ristoranti, locande, ed ai molti clienti che ancora oggi arrivano nel nostro villaggio di Radovani. La nostra etichetta caratteristica, colorata, allegra con la rondine dalle ali spiegate come “marchio”, che nel 1999 è stato creata dal designer e fotografo istriano Sergio Gobbo., oggi arricchisce le pregiate carte vini dei migliori ristoranti ed enoteche in Croazia.
La qualità è confermata da numerose medaglie d’oro e riconoscimenti ricevuti in occasione di rassegne, mostre e fiere istriane e nazionali. In questa moltitudine di premi, il modesto Franko, da cui è più difficile ottenere un autoelogio che un vino di qualità da un chicco d’uva, indicherà la medaglia d’oro al Vinistra 2012. L’oro è stato vinto per il refosco dalla vendemmia 2009, che in occasione della rassegna del vino istriana più importante è stato il migliore nella categoria dei vini maturati di questa varietà.
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Annata
Quando si tratta di vendemmie si ricorderà con entusiasmo del 2009. “L’uva era molto bella e se ne viene fatto buon uso il vino non può essere cattivo”, dirà Franko in dialetto ciacavo istriano che viene parlato nel villaggio di Radovani. Questa frase indica un fattore determinante della filosofia enologica di Radovan: il buon vino nasce nel vigneto. Gran parte delle innumerevoli ore di lavoro, Franko lo trascorre tra i vigneti e si sa che in campagna l’orologio non esiste. Naturalmente, molto dipende dalle condizioni atmosferiche, “nessun anno è ideale”, dice, “e anche le viti sono diverse”. Il lavoro poi prosegue in cantina.
Radovan
Incoraggiamento per andare avanti
Mi piace fare il vino. È amore e sfida. Quando creo un vino che reputo buono e quando me lo confermano anche coloro di cui apprezzo l’opinione, sono soddisfatto, in pace con me stesso. Sul mercato ci sono molti vini e io sono felice quando la gente riconosce il mio. Diciamolo, è bello, e spesso accade che da noi in cantina e nella nostra piccola sala degustazione arrivino le persone che hanno assaggiato il nostro vino in un ristorante, e vogliono provare anche gli altri. Questo mi dà il coraggio di continuare, dirà Franko.
Per proseguire e crescere c’è sempre spazio. Passo dopo passo, un po’ alla volta, alla istriana, in armonia con le radici, la tradizione, ma sempre impegnandosi in nuove sfide.
Con l’aiuto dell’enologo ci stiamo impegnando nella creazione di una cuvée di vino rosso, questa è la nuova sfida che mi entusiasma, così esprime Franko Radovan la sua attenzione dedicata ai progressi. Non ci sono dubbi che di progressi ce ne saranno ancora. Dopo tutto, le rondini volano alte.
Goran Prodan